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 Storia juventus- parte2

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MessaggioTitolo: Storia juventus- parte2   Storia juventus- parte2 Icon_minitimeGio Lug 19, 2007 5:12 pm

La Juventus, con Enrico Canfari presidente, dopo essersi iscritta nel consiglio della FIF, partecipò per la prima volta al Campionato Federale di Prima Categoria l'11 maggio 1900, ma non superò nemmeno le eliminatorie in Piazza D’Armi, perdendo 0-1 contro il Football Club Torinese. Nel frattempo conquistò, per la prima volta, la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione.
Nel suo secondo Campionato Federale a cinque squadre, la Juventus vinse la prima eliminatoria contro la Società Ginnastica per 5-0 e giunse fino alle semifinali, battuta dal Milan. Conquistò, per la seconda volta, la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione e si aggiudicò il Gonfalone e la Medaglia del Municipio, in un torneo tra squadre liguri e piemontesi.
Il 1902 segnò l'ingresso nella squadra juventina, composta quasi totalmente da studenti universitari, dei primi stranieri e di Carlo Favale come nuovo presidente. La Juventus disputò quella stagione con altre tre squadre torinesi (FC Torinese, Audace Torino e Società Ginnastica) ma alla fine dovette cedere il passo all'FC Torinese. Per la terza volta consecutiva, gli juventini vinsero la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione.
Nell'autunno dello stesso anno la Juventus partecipò nella Coppa Città di Torino, un torneo importante dall'epoca. Il presidente è stato in quel tempo Giacomo Parvopassu e in rosa si cominciano a vedere i ragazzi che conquisteranno il primo scudetto juventino. Il trofeo si disputa al Velodromo Umberto I di Torino, il 24 ottobre c’è la semifinale contro l’Audace; nel primo tempo la Juve va a segno tre volte, ma la superiorità è tanto netta che gli avversari (memori anche di uno 0-6 subito otto mesi prima in campionato) decidono nell’intervallo di ritirarsi, dando così via libera ai juventini per la finale. Questa si gioca il 2 novembre successivo contro il Milan. Agli ordini del doriano Francesco Calì i prodi bianconeri che scendono in campo sono: Domenico Durante, Gioacchino Armano, Hugo Muetzell, Carlo Vittorio Varetti, Giovanni Goccione, Domenico Donna, Alfredo Ferraris, Giovanni Vigo, Luigi Forlano, Enrico Canfari e Umberto Malvano. Le due squadre si affrontano in battaglia aperta; al 90’ il punteggio è di 2-2, e nei supplementari entrambe segnano ancora una rete: 3-3. A questo punto l’arbitro decide di continuare ad oltranza, applicando una sorta di golden gol, ma i rossoneri in disaccordo decidono di non proseguire l’incontro lasciando campo libero alla Juventus, che viene così proclamata vincitrice di quello trofeo, il cui hanno fatto suo per seconda volta al anno successivo in altra finale con il Milan (1-0).
Nel 1903 la Juventus abbandonò la maglia rosa. Nel campionato nazionale di quell'anno la Juventus arrivò, per la prima volta, alla finale, perdendo però per 0-3 contro il Genoa CFC.
Nel 1904, la Juve giocò per seconda volta consecutiva la finale del campionato nazionale e, come la stagione precedente, a Genova e contro il Genoa, ma perse nuovamente col risultato di 0-1.
Nel 1905 divenne presidente della società lo svizzero Alfred Dick, proprietario di una industria tessile, che rinforzò la squadra inserendo alcuni suoi dipendenti, come gli svizzeri Paul Arnold Walty, Ludwig Weber ed il figlio Federico, gli scozzesi Jack Diment e Helscot, nonché gli inglesi James Squire e Goodley. In quella stagione il presidente firmò un lungo contratto di affitto per l'utilizzo del Velodromo Umberto I e finalmente giunse il primo grande successo del club: il primo titolo di Campione d'Italia dopo la partita decisiva del girone finale, giocata a Torino, contro il Genoa.
In quell’anno la Juve si aggiudicò anche il Torneo di Seconda Categoria, quello per intenderci delle squadre riserve. La Juve "B" è ammessa di diritto al girone finale, in quanto unica iscritta dell’eliminatoria piemontese, in compagnia di Genoa e Milan. E’ una marcia trionfale: 1-0 al Milan in casa, 2-0 a Genova, 3-0 a Milano (con titolo matematico) e 3-0 a tavolino col Genoa per forfait. I giornali d’epoca ci tramandano gli artefici di questa vittoria: Francesco Longo, Giuseppe Servetto, Lorenzo Barberis, Fernando Nizza, Ettore Corbelli, Alessandro Ajmone Marsan, Ugo Mario, Frédéric Dick, Heinrich Hess, Marcello Bertinetti e Riccardo Ajmone Marsan. A coronamento della stagione il clamoroso successo per 2-1 sui titolari nella partitella in famiglia al termine del campionato.
Nel campionato successivo, i bianconeri chiusero al primo posto del girone finale con il Milan, pareggiando 1-1 nella partita finale. La FIF decise di far ripetere la partita, ma la Juve rinunciò allo spareggio per il titolo (che quindi fu assegnato al Milan) per protesta contro il campo dell’US Milanese (a Milano, sede dalla squadra rivale per il trofeo) come “il campo neutrale della gara di spareggio”. Il Milan fu dichiarato vincitore di quella partita -che doveva designare la squadra campione d’Italia- per 2-0 grazie alla deliberazione dalla Federazione Italiana Football. Questo è stato il comunicato della Juventus presentato alla FIF in quella occasione:
«La Direzione del F.C. Juventus rifiuta energicamente di accettare la scelta del Campo dell'Unione Sportiva Milanese come campo neutro perché il campo neutro deve essere non solo un campo di un'altra squadra ma avere altresì tutti i requisiti anche morali della neutralità, ovvero deve presentare gli stessi e precisi vantaggi e svantaggi per i due Clubs. Ora il campo dell'U.S. Milanese non si trova in queste condizioni in specie per i seguenti motivi: 1) Non è giusto che trattandosi di un match da farsi in condizioni uguali il F.C. Juventus debba esso solo sostenere la fatica del viaggio Torino-Milano. 2) Il campo dell'U.S. Milanese è troppo conosciuto ai giocatori del Milan Cricket. 3) Non è giusto che il Milan Cricket debba godere dell'appoggio morale del pubblico milanese. Ciò posto la Direzione della F.C. Juventus dichiara che se la deliberazione di questa spettabile Presidenza non verrà revocata, il F.C. Juventus si ritirerà dal campionato italiano di calcio».

Nel 1906 il presidente della società vicecampione d'Italia, Alfred Dick, che stava meditando di portare all'estero la squadra cambiandole perfino il nome in Jugend Fussballverein, decise, dopo alcune discussioni con i soci juventini, di rinunciare alla Juventus e fondare per "dispetto" con alcuni giocatori importanti come Diment, Bollinger, Mazzia e Squair (dipendenti dell'industria tessile di Dick), il Torino Calcio (oggi, Torino FC) unendosi alla fortissima Football Club Torinese che aveva già assorbito la prestigiosa Internazionale Torino qualche anno prima. Perciò, la squadra bianconera rimase per due anni a corto di risorse finanziarie e di giocatori, senza più neanche il contratto d'affitto del Velodromo Umberto I. La presidenza della società fu assegnata a Carlo Vittorio Varetti.
Nell'ottobre del 1907 in una seduta straordinaria della Federazione Italiana Football fu presa la decisione di "sdoppiare", per l'unica volta nella storia del Campionato di calcio italiano, il campionato. I motivi erano da ricondursi alla sempre crescente presenza di calciatori stranieri nelle squadre italiane. L'accordo di massima sembrava coinvolgere tutte le società, ma al momento delle votazioni i delegati di Milan, Torino, Libertas, Genoa e Naples lasciarono la seduta per protesta. Si era deciso di disputare due campionati egualmente importanti: il primo, cosiddetto "Federale" (la Coppa James Spensley, che fino ad allora aveva premiato i campioni d'Italia ogni stagione) aperto anche a squadre con giocatori stranieri, il secondo è stato denominato "Il campionato italiano" (o Coppa Romolo Buni), riservato solo a squadre composte interamente di calciatori d'origine italiano.
Nel gennaio dell'anno successivo, anno del 10° anniversario della fondazione della società, si giocò la gara di andata del primo torneo calcistico a Genova contro l'Andrea Doria, dove la Signora vince per un 3-0 senza repliche. Un mese dopo si rigioca, a Torino, ma i doriani escono vincitori. Necessario dunque uno spareggio, da giocarsi a Torino per la miglior differenza reti bianconera nel doppio confronto. Si gioca a marzo e succede di tutto: bella partita e a pochi minuti dalla fine Juve in vantaggio per 2-1. Il doriano Sardi è il più lesto a colpire di testa, e il barone Mazzonis, allora giocatore bianconero, per respingere il pallone infila Durante di testa: 2-2 ma incontro successivamente annullato per errore tecnico arbitrale. Passano due mesi e si può rigiocare lo spareggio, sempre in Corso Sebastopoli, e stavolta veramente non c'è storia: vittoria della Juventus per 5-1 con Ernesto Borel (padre di Aldo, il Borel I, e Felice, il Borel II) mattatore dell'incontro e, con quello, del Campionato Federale di 1908, la Coppa Spensley.
La Juventus giocò, in qualità di campione federale d'Italia, il campionato italiano, iniziato a marzo del stesso anno, con altre tre squadre, ma dopo rinunciò all'eliminatoria regionale contro la Pro Vercelli, poi vincitrice della Coppa Buni. La Juventus, infatti, insieme alle altre grandi squadre dalla epoca, si ritirò dalle eliminatorie regionali dal XI Campionato a gironi di calcio italiano, Coppa Romolo Buni, prima della gara di ritorno –dall'8 marzo 1908- contro la Pro Vercelli per protesta contro la Federazione Italiana Football (FIF) che impediva l'impiego di giocatori stranieri, l’ossatura di quelle squadre durante i primi anni del calcio italiano. La Pro Vercelli fu dichiarata vincitrice di quella partita per 0-2 grazie alla deliberazione dalla FIF.
L'anno successivo, con la seconda vittoria consecutiva degli juventini nella Coppa Spensley ed il terzo posto nell'eliminatoria piemontese del campionato italiano, si chiuse il ciclo dei giocatori-pionieri come Umberto Malvano e Domenico Donna.
I successivi tre anni furono critici per la grande difficoltà della società a reclutare nuovi giocatori: nel 1911 finì ultima nella classifica del suo girone e la Juve si presentò al campionato del 1911-12 con soli dieci giocatori, finendo terz'ultima con soli 9 punti. Nel 1912-13 la squadra si classifica ultima ed evita la Seconda Categoria solo grazie a una riforma dei campionati che annulla tutte le retrocessioni.

Con la presidenza di Giovanni "Bino" Hess (ex giocatore e dopo dirigente della società) nel 1913, la Juve (considerata ormai dopo la crisi come una squadra di secondo piano rispetto alle potenze calcistiche dell’epoca) aprì un nuovo ciclo: ripescata in extremis, venne inserita nel Girone eliminatorio Lombardo e disputò un campionato sorprendente, piazzandosi seconda e finendo quarta nella fase finale del Campionato Alta Italia (uno dei due gruppi del campionato nazionale).
Nel 1914 il Campionato Italiano iniziò ad ottobre, quando la Prima guerra mondiale non aveva ancora coinvolto la penisola italiana, ma il precipitare degli eventi costrinse la Federazione alla sua sospensione; nel 1920 la vittoria venne assegnata al Genoa, mentre la Juve terminò seconda nel gruppo semifinale. Molti componenti della Juve e di altri club non tornarono mai più dalla Grande Guerra, tra cui Enrico Canfari e Giovanni Hess. La presidenza fu assegnata provvisoriamente al triumvirato Armano-Zambelli-Nizza.
Il 10 giugno 1915 venne pubblicato per la prima volta il giornale ufficiale della società, Hurrà Juventus. Gli juventini parteciparono, durante la Guerra, alla Coppa Mauro e alla Coppa Federale, nella quale, dopo la vittoria nel loro girone, arrivarono fino alle finali con Genoa, Milan, Casale e Modena.
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MessaggioTitolo: Re: Storia juventus- parte2   Storia juventus- parte2 Icon_minitimeGio Ago 09, 2007 8:32 pm

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