Un'altra mostra, questa volta sull'Avvocato
LA MOSTRA AL VITTORIANO
Un secolo di scatti per narrare l’Avvocato «Mettilo come vuoi, ha la faccia di un re»
ROMA. « Mettigli un elmo, mettilo a cavallo, ha la faccia del re » , lo fotografava così Federico Fellini, l’Avvocato. Krieger, Helmut Newton, Harari, Lessing Vito Liverani, l’Avvocato, l’hanno fotografato come l’ha visto ieri mattina il presidente della Repubblica, Napolitano, il predecessore Ciampi, l’intera famiglia
Agnelli che al Vittoriano, nei sotterranei museali dell’Altare della Patria, a piazza Venezia, accolgono la premiere della mostra fotografica “ Il secolo dell’Avvocato - Gianni Agnelli, una vita straordinaria”, da ieri e fino al 30 gennaio a Roma, dal 12 febbraio al 16 marzo a Torino alla Mole. Il curatore, Marcello
Sorgi, è lì pronto dall’anteprima mattutina per il Presidente, fino al pomeriggio di spintoni tra vip della politica e del jet set ( li avrebbe chiamati così, l’Avvocato, che vediamo qui ritratto a Capri o Portofino con Jacqueline Kennedy e i mocassini morbidi senza calzino). C’è la storia e la famiglia, tantissimo sport: il calcio, che sia il Comunale, il campo d’allenamento, o il Delle Alpi ( mai amato) a fare da sfondo; la Juve come strumento diplomatico quando - con il diletto Giovannino Agnelli ed Evelina Christillin - invitava Kissinger ad esultare per la Signora o Togliatti. Con Umberto e le mogli sugli spalti dell’Olimpico di
Roma, per i Giochi del 1960; con D’Alema e Castellani mentre si celebra il plastico dei siti montani dei Giochi del 2006, che lo videro sfortunato kingmaker della scelta del Cio. C’è la regata a Newport nel ‘ 62 con Jfk e il bouquet di Donna Marella che vola, le pose con Gorbaciov e i Papi ( Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo II), Gromiko e Eltsin, la dedica di Reagan e i suoi amatissimi giornalisti; la stretta di mano con Lama per l’accordo sulla contingenza del 1975 e la marcia dei 40 mila, ma anche i funerali di Casalegno
e i suoi, di funerali, con gli operai e la gente di Torino a invadere il Lingotto il 26 gennaio 2003.
DA SIVORI A SCHUMI. E’ disseminato dell’amore per la Juve tutto il percorso a forza di saetta che solca il ventre del Vittoriano, se ne accorgono tutti qui, Napolitano e Ciampi, Padoa Schioppa e Rutelli, Fassino e Veltroni, D’Alema e Marini, e Montezemolo e Tronchetti Provera, ma anche Baglioni, Sgarbi e il presidente Figc Abete. Perché quando si parla dei lutti le immagini di Edoardo sono quelle di Villar Perosa, mentre il ricordo di Giovannino è affidato ad un semplice striscione della Curva ( « Giovannino sempre con noi » ) . Sugli sci al Sestriere o calato dall’elicottero per un fuoripista. L’affetto con cui volge la testa ai nipoti John e Lapo, per spiegare quella sua passione per il pallone. Eppoi i filmati curati da Franzelli: la sfilza di numeri dieci amatissimi e provocatissimi, Sivori, Platini, Baggio, Del Piero con la Coppa Intercontinentale; ma anche Boniperti e Charles, Maifredi e Lippi; e i colloqui con Schumacher cui suggeriva traiettorie e miscele ai box, ma anche la passione per Colò, Thoeni, Tomba.
E la vela: Azzurra, timonata, Stealth, e una delle ultime apparizioni per i 150 anni dell’amatissima Coppa America.
IL “VAFFA” PER UN RIGORE. Moltissimi i sorrisi: « Ha successo e il successo rende simpatici » , diceva di lui Chaplin.
Ma poi è ancora Juve quando tutti notano - notabili e famigliari, politici e capitani d’industria - l’unica foto in cui l’Avvocato perde l’aplomb da sovrano di cui parlava Fellini: manda un “vaffa” o qualcosa che gli somiglia . «Quel gesto - spiega a Veltroni John Elkann - era un rigore non dato...»