21/10/2007 (8:57)
Ranieri: “Sfoghi solo in famiglia
il gruppo va difeso”
Stasera contro il Genoa torna Del Piero
MASSIMILIANO NEROZZI
Avrà pure il garbo e lo stile del baronetto, Claudio Ranieri, ma quando c’è un giocatore da azzerare per manifesta insubordinazione, non chiede permesso. L’ultimo stoppato, in ordine di tempo, è stato Cardoso Mendes Tiago, che venerdì s’era sfogato sul quotidiano portoghese «O Jogo»: «Le dichiarazioni di Tiago mi hanno infastidito, tantissimo - ha detto un Ranieri piuttosto seccato - perché sono tutte cose che fanno male al gruppo». È questa parola, gruppo, il principale punto di riferimento del tecnico romano, fin da quando allena: «La squadra viene sempre prima di tutto - ripete spesso - per questo il gruppo va difeso. Altrimenti, non vai da nessuna parte». Ovviamente, Ranieri ben conosceva il disagio del centrocampista portoghese, allenandolo tutti i giorni e avendoci parlato qualche giorno fa. Tiago aveva pure avuto un colloquio in sede, con il ds Alessio Secco, proprio per parlare della sua situazione. «Ma queste sono cose che devono restare nello spogliatoio», ha sottolineato Ranieri. Invece l’ex giocatore dell’Olympique Lione li ha pubblicati. E questo, all’allenatore non è andato giù: «Quello che ha fatto non mi è piaciuto. Sono rimasto deluso e a questo punto spero solo che lui reagisca, perché nei momenti difficili i campioni hanno quella marcia in più, proprio per reagire».
Faccia e voce, comunque, Ranieri ce le ha messe non solo per stangare Tiago, ma pure per non svicolare dalle responsabilità, sport piuttosto praticato in Italia, quando le cose non filano dritte: «È stato un acquisto che ho voluto io, ma con me gioca chi vedo meglio, chi mi fa squadra. Non guardo l’età, nè quanto è costato, nè quanto guadagna». Non sarà l’unico deluso, Tiago. «Undici scendono in campo e gli altri quindici vanno o in panchina o in tribuna. Sicuramente saranno dispiaciuti - ha continuato Ranieri - però nessuno fa dichiarazioni, perché certe cose vanno contro il gruppo. Nello spogliatoio oggi (ieri per chi legge, ndr) ci siamo parlati e in passato avevamo già avuto qualche scambio di idee in merito. E con questo il discorso Tiago è chiuso». La regola vale per tutti, e non sono ammesse eccezioni per confermarla. Del Piero (443 minuti giocati) è uguale a Olivera (16’), Tiago (costo, 13 milioni di euro), vale Zanetti (arrivato a parametro zero). L’ha già dimostrato altre volte, Ranieri, di pensarla così. Lo spiegò fin da subito, nel ritiro di Pinzolo, quando Chiellini se ne uscì in conferenza stampa, per dire che voleva sentirsi un giocatore importante, con ingaggio proporzionato. Il tecnico lo piallò di brutto: «Chi non gioca deve essere scontento - fu la risposta - ma senza riportarlo fuori della famiglia. Gli sfoghi sono giusti, ma non sui giornali. Vuoi parlare? Vieni da me. È stato precipitoso, un po’ troppo bambino». Disse di comprenderne lo sfogo, ma la mazzata fu tremenda: «Da un lato lo capisco, perché è un generoso, un ragazzo d’oro. Dall’altro voglio capire se da capitano dell’under 21, ora vuole fare il capitano della Juve: c’è Del Piero. Stia al suo posto, allora.
È generoso, ma deve restare più tranquillo». Il tecnico difese il gruppo pure dopo la partita di Firenze, quando l’esclusione di Del Piero poteva annunciare polemiche: «Con lui non ho parlato - spiegò Ranieri dopo la gara - perché se dovessi parlare con ognuno, farei il parlatore, non più l’allenatore. Per me i ragazzi sono tutti uguali». Senza eccezioni, come da proclama: «Come l’ha presa Del Piero? L’avrà presa come Olivera, come Tiago». Non per questo, però, chi sgarra finisce fuori dalla lista. Chiellini, in questo avvio di campionato, è diventato un punto fermo della difesa, per esempio. Così, pure il portoghese potrà conquistarsi il campo: basterà far bene. Per il gruppo, ovviamente. Ranieri, tramite la società, lo fece sapere pure a Trezeguet, quando il francese pareva già volato via da Torino. «Per me sei un grandissimo attaccante - disse il tecnico - e sarò molto felice se resterai qui con noi. Ma se non hai voglia di far parte di questo gruppo, non è il caso». Regole chiare, fin da subito.